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Testi di Verino de Simone

 


Sicurezza nel
Laboratorio di Chimica

Tossicologia


La tossicologia è la scienza che studia gli effetti dannosi di una sostanza sull'organismo umano.

Un effetto dannoso si produce quando una sostanza che penetra nell' organismo (in modo volontario o accidentale) altera la funzionalità delle cellule o dei tessuti.

Le sostanze dannose per poter esplicare il loro effetto devono penetrare nell' organismo e diffondere al suo interno (esistono delle eccezioni, ad esempio le sostanze che svolgono la loro azione sulla cute, cioè quelle corrosive ed irritanti per la pelle).

Le vie di ingresso più comuni sono rappresentate dalla pelle e dagli occhi (penetrazione cutanea), dalla bocca (ingestione) e dal naso (inalazione).

Le principali fonti di esposizione ad agenti in grado di recare danno ad un organismo umano sono: gli alimenti e le bevande, l'aria, l'ambiente domestico e l'ambiente di lavoro.

Ogni sostanza può esplicare la sua tossicità quando raggiunge una certa concentrazione nell'organismo. Questa concentrazione può essere ottenuta in seguito ad una sola esposizione (tossicità acuta) o in tempi più lunghi per ripetute esposizioni a dosi che di per sè non sono tossiche (tossicità cronica).
In questo ultimo caso la dose tossica viene raggiunta perchè la sostanza viene accumulata nell'organismo che non riesce a metabolizzarla e ad escretarla.

Un esempio di tossicità cronica è quello dovuto all'ingestione di metalli pesanti attraverso la catena alimentare. Il caso più eclatante è senza dubbio quello che si verificò nel 1952 in Giappone nella baia di Minamata e che vide come protagonista il mercurio (esattamente il metilmercurio).

Il mercurio è un metallo che si presenta allo stato liquido a temperatura ambiente. In tale stato non è tossico, lo sono i vapori se inalati, i sali inorganici solubili e i derivati organici. Questi ultimi sono quelli che destano maggior preoccupazione, in particolare il metilmercurio. Questo composto può essere prodotto dalle lavorazioni industriali o dalla flora batterica a partire da mercurio metallico.Il problema del mercurio come inquinante scoppiò nel 1952 in Giappone, nella Baia di Minamata, dove una grande fetta della popolazione si ammalò di una grave malattia a carico del sistema nervoso a causa dell'ingestione prolungata di pesce contaminato da mercurio, scaricato da una fabbrica che operava nelle vicinanze della baia. Inoltre 68 persone morirono per aver mangiato pesce contaminato da mercurio.

(da http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/pesce/tossicita.htm)

 

Per studiare la tossicità di una sostanza si ricorre ad esperimenti eseguiti con cavie (generalmente ratti e conigli) e si valuta la risposta alla somministrazione di dosi diverse della sostanza introdotte per via orale o per contatto cutaneo. Con i dati ottenuti si costruiscono dei diagrammi dai quali è possibile ricavare la dose letale 50 (DL50 o LD50) cioè la dose che provoca la morte del 50% delle cavie sottoposte all'esperimento. Tale dose viene espressa in mg/kg di massa corporea.

Allo stesso modo si può determinare, per inalazione, la concentrazione letale 50 (CL50) che rappresenta la concentrazione in aria della sostanza che provoca la morte del 50% delle cavie sottoposte all' esperimento. Tale concentrazione viene espressa in mg/litro per 4 ore di esposizione.

E' ovvio che, in entrambi i casi, quanto più piccolo è il valore numerico tanto più tossica è la sostanza.

I dati ottenuti determinano degli intervalli di dosi letali o di concentrazioni letali utili per classificare le sostanze secondo i criteri riportati nella tabella a lato.